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  • Immagine del redattoreEnrica Ceccarini

BRANDY: THE LORD

Ed eccoci qua. Eh sì: Lassie esiste davvero! Ma forse non è proprio come ce lo aspettavamo dalla tv. 😬 Brandy è "un Lassie" (o meglio un cane da pastore scozzese), nato in un allevamento amatoriale multirazza. Brandy è -purtroppo- la dimostrazione vivente che troppo spesso chi alleva "per passione", non possiede neanche le minime competenze necessarie a garantire il benessere dei cani che commercia. Dietro ad un allevamento SERIO (che alleva, con una certa esperienza, una sola razza, è iscritto regolarmente all'Enci e dichiara la nascita di ogni cucciolo dell'allevamento, garantendo per ogni soggetto il pedegree che ne attesta provenienza e genealogia) ci sono anni di studi, di analisi, di test e di ricerca delle linee di sangue giuste, esenti da malattie genetiche, tare psico patologiche e problematiche di vario tipo legate all'incrocio tra soggetti consanguinei.

Dietro ad un allevamento "per passione", che svende i cuccioli su internet ad un costo inferiore (rigorosamente senza pedigree), spesso no.

Ed ecco che i cani come Brandy, seppur adorabili ed esteticamente meravigliosi, si ritrovano a convivere con patologie più o meno invalidanti come i testicoli ritenuti (da operare obbligatoriamente), malformazioni genetiche alle zampe posteriori (che generano dolore e andatura incerta) e problemi emotivi dovuti alla cattiva gestione del cucciolo durante il periodo sensibile dell'apprendimento. Ecco, questo è il quadro con cui Brandy si è presentato alla nostra scuola quando era un adolescente. E aggiungo che, pur non essendo assolutamente un cane orientato al cibo, appena arrivato in famiglia a 2 mesi (spaventato e preoccupato anche solo all'idea di varcare la soglia della sua nuova casa) ingurgitava il cibo come un'idrovora, per paura che le sorelle con le quali aveva vissuto fino a quel momento arrivassero a picchiarlo e derubarlo. Ora, non è assolutamente mia intenzione aprire una polemica sugli allevamenti; né condannare chi alleva o chi compra; né tantomeno essere critica su Brandy (che è un cane magnifico)! La cosa veramente importante per me è che passi chiaramente il messaggio che quello dell'allevatore è un lavoro. E anche piuttosto serio. Non ci si può improvvisare con la scusa che si sono sempre avuti cani di quella specifica razza (né cani in generale). Non ci si può dedicare all'allevamento come hobby nel tempo libero. Chi alleva SERIAMENTE è un professionista. E quando si acquista un cucciolo, il prezzo che si paga non è quello della creatura in sé, ma i costi che quel professionista ha dovuto sostenere (prima ancora che quel cucciolo nascesse) per esami, selezione genetica, visite mediche, integratori, etc per dare al cucciolo la possibilità di nascere sano ed equilibrato. Per non parlare del tempo che ha speso nel prepararlo gradualmente al distacco dalla madre, all'inserimento in una nuova famiglia, all'utilizzo della macchina, all'abituazione al guinzaglio etc. Cose per le quali servono tempo, energie e competenze specifiche. Detto ciò, è alquanto probabile che Brandy non abbia avuto niente di tutto questo. Per fortuna però ha trovato sul suo cammino una persona veramente speciale, che lo ha aiutato a diventare il Grande Cane che è oggi. Certo, il percorso non è stato facile. Anche perché Brandy, come razza e come individuo, non è un cane facile di per sé. Lui e la sua umana hanno faticato non poco per arrivare ad un accordo. Brandy è un cane sensibile, raffinato, riflessivo, con un'intelligenza altolocata, un'impressionante capacità di apprendimento e l'enorme bisogno di trovare un compito, nella sua esistenza. Inutile dire che tra i "compiti" che inizialmente si era scelto rientravano la caccia ai joggers, ai bambini e alle biciclette, la messa in sicurezza delle strade potenzialmente infestate da nemici e la protezione della sua umana. 😑 Tutte cose perfette per un cane pastore. Ma obiettivamente un po' scomode da gestire nella vita di tutti i giorni. Così, la sua umana si è messa a lavorare con e per lui (soprattutto per aiutarlo a rilassarsi e a non prendere sempre tutto così sul serio) e insieme hanno redatto un nuovo "contratto di lavoro" che andasse bene per le esigenze di entrambi.

Eh sì, perché il cane pastore deve lavorare. Non puoi dire a un cane pastore -nato per lavorare tutto il giorno con il bestiame sotto la pioggia sferzante, senza sentire né stanchezza, né fatica, né fame- semplicemente "rilassati".

Prima devi spiegargli precisamente quali sono i suoi compiti e poi, solo dopo che lui li avrà svolti nel modo più vicino possibile alla perfezione, imparerà a rilassarsi. O forse all'inizio gli dovrai mostrare tu come farlo. Per Francesca e Brandy è stato così, ma poi ogni binomio e a sé e ogni cane pastore necessita di un personale contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ad oggi Brandy (per gli amici Brandone) è un cane strepitoso, che va d'accordo con tutti i suoi simili e sa camminare sia libero sui sentieri boscosi che al guinzaglio con la sua umana adorata. È vero, a volte è un po' rustico con chi si avvicina a lei o alle sue proprietà. Ma per noi, amici dei cani pastori che conosciamo il percorso di evoluzione che lo ha portato ad essere il Grande Cane che è oggi, è così incredibilmente perfetto che lo chiamiamo "THE LORD".




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