Enrica Ceccarini
SEMOLA: PIù "PAOLI" PER TUTTI!
Semola è una meticcia di cane da pastore trovata randagia e piccolissima per le strade siciliane: una delle tantissime e innocenti vittime dell'ignoranza e dell'indifferenza che regnano sovrane in molti paesi del Sud Italia e contro le quali i volontari del territorio combattono quotidianamente. Semola è stata tra quei fortunati che a volte si salvano e a soli 2 mesi ha attraversato l'Italia per raggiungere la sua nuova famiglia. A causa forse del precoce distacco dalla madre o per la precarietà delle sue prime esperienze nel mondo, Semola presentava una dei più comuni tra i problemi comportamentali del cane cresciuto in quelle condizioni, la paura: temeva le persone sconosciute, gli altri cani, i rumori urbani e tutte le situazioni nuove in generale.
Ogni novità (ambientale, sonora, visiva etc...) per lei era un potenziale pericolo dal quale fuggire e questo atteggiamento neo-fobico era rimasto invariato anche dopo il raggiungimento dell'età adulta.
Ovviamente le passeggiate non erano costruttive né rilassanti, né per lei né per i suoi umani. A questo proposito c'è da dire che Semola di umani che la amano, la coccolano e la viziano ne ha ben 4, in famiglia...ma solo uno di loro è riuscito ad approfondire così tanto la relazione con lei da aiutarla ad uscire dalle sue paure, intraprendendo un percorso di desensibilizzazione a vari stimoli. Insieme al suo umano prescelto Semola ha lavorato prima di tutto sull'ampliamento delle proprie competenze sociali e comunicative, trasformandosi in poche settimane nella capobanda dei gruppi di crescita e comunicazione (usando sempre il suo umano come pilastro al quale riferirsi al termine di ogni piccola conquista). Poi ha lavorato sullo sviluppo di alcune strategie di gestione dello stress per affrontare i problemi che viveva nella passeggiata, oltre ad imparare a tornare al richiamo e a camminare serenamente al guinzaglio (obiettivo che ha richiesto non poco impegno visto lo stato emotivo alterato di Semola durante le passeggiate). A un certo punto Semola ha cominciato ad apprezzare le esperienze nuove e graduali che il suo umano le proponeva, tanto che un giorno ci ha guardati con l'aria annoiata di chi sta pensando: "Ma tutto qui? Non facciamo nient'altro che camminare in centro oggi?" ed è stato quel giorno che ci siamo ricordati che è comunque un cane da pastore! E così le abbiamo offerto un lavoro. Semola si è appassionata così tanto ad un paio di tecniche avanzate di puro addestramento che ha cominciato a lavorarle anche nei contesti urbani. Questa idea le ha dato gli strumenti necessari -in termini di consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità- per affrontare un sacco di situazioni, vecchie e nuove, tanto che adesso Semola segue la canoa del suo umano a nuoto nel fiume e sale con lui sulle funivie di montagna, sospese e in movimento a 100mt di altezza! In tutto questo è ben lontana da me la convinzione che un cane debba fare per forza TUTTO, anzi, spesso discuto selvaggiamente con quei proprietari che non rispettano i limiti e le possibilità dei cani che vivono con loro.
Scrivo con entusiasmo delle avventure di Semola perché penso sia importante anche far sapere che con le giuste dosi di comprensione, rispetto dei tempi, pazienza e ascolto si possono raggiungere dei risultati straordinari. Sì, anche con un cane neo-fobico. Sì, anche senza utilizzare farmaci.
Adesso Semola è libera dalle sue paure e può correre a coda alta incontro a tutte le nuove esperienze della vita. Da giovane terrorizzata e problematica si è trasformata in una entusiasta Indiana Jones dei cani. Il suo umano Paolo spesso la guarda pieno di orgoglio e dice, scherzando sul nome, che ci vorrebbe più Semola per tutti. Io mi permetto di affermare che invece ci vorrebbero più "Paoli" per tutti. Più "Paoli" per tutti quei cani ancora non ascoltati e non capiti. Più "Paoli" per tutti quei cani che non vengono accettati per chi sono. Più "Paoli" per tutti quei cani che fanno fatica ad entrare in relazione profonda con i loro disattenti e pretenziosi umani.

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